iRS-Iscànu e i Savoia

Iscànu è un comune del Montiferru di circa 17oo anime. Nel 1862 in piena epoca sabauda il nome del comune venne italianizzato in “Scano” e aggiunta la denominazione “di Montiferro” perché la si potesse distinguere da Scano al Brembo (ora non più comune nella provincia di Bergamo). Iscànu, dalla metà degli anni Ottanta, fu uno dei primi comuni sardi a dotarsi di una segnaletica bilingue. Nel novembre scorso l’attuale sindaco decise di eliminare il cartello stradale in limba (ritenendolo di dimensioni eccessive e di pericolo al traffico) con un cartello istituzionale più formale.  Un cambiamento che non ha lasciato indifferente il paese diventando causa di polemiche e accorati dibattiti tanto da scatenare atti di vandalismo (sui nuovi cartelli sono comparse delle scritte “Iscànu” in spray rosso) e interpellanze tramite s’Ufitziu de sa Limba Sarda. A due mesi da questo avvenimento gli attivisti del TzdA di iRS-Iscànu propongono una nuova intitolazione alle vie del loro paese dedicate ai Savoia, tramite una raccolta di firme che verrà consegnata all’amministrazione comunale. Dopo l’azione degli attivisti di iRS arriva la pronta risposta della Federazione monarchica della Sardegna che dichiara ingiusta la proposta. Il TzdA iRS-Simàghis si congratura con i ragazzi iscanesi e gli augura di portare avanti questa simbolica e importante iniziativa.

Tanièi Cossu – iRS-Simàghis

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Si puo aderire all’iniziativa firmando nei seguenti punti: Bar “Aurora” di Renzo, Bar “La Pineta” di Sonia, Panificio Flore, Tabaccheria di Barbara e Tanuccio.

(In Iscànu, iRS alle scorse elezioni natzionali del febbraio 2009 raggiunse il 10,64% alla lista del presidente e l’8,82% alla lista provinciale, risultati che evidenziano un ottimo radicamento del movimento frutto del grande lavoro degli attivisti iscanesi).

 

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Sos Savoias ant tentu meda ite narrer cun sos Iscanesos . Sa linna de ‘idda fuit meda apretziada in tota Europa pro bastimentos e navios. Tando Luigi Chiappe , impresariu zenovesu aiat otentu dae su guvernu de Turinu sa cuntzessione pro segare sas albures in su monte nostru in su 1821. Sos nostros , rapresentaos dae su Cunsizu Comunitativu, aiant protestau vivamente contras sa destrussione de sa foresta ma ‘e badas, sende vanos sos increschimentos issoro. Tando in su 23 de s’otighentos sos Mannos, iant tragau fogu, brusiande tota canta sa foresta iscanesa pro no tzeder a custu vile ricatu. Pro no esser iscraos ant sacrificau sa fida insoro. Est unu grande esempru de dinnidade e de corazu in tempos metzanos e, creo , siet zustu chi nois lu connoschemus pro cumprender deabberu su caratere autenticu de custa zente fiera.

Antoni Flore
TzdA iRS-Iscànu

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SOSTITUIAMO LE VIE INTITOLATE AI SAVOIA: RIAPPROPRIAMOCI DELLA NOSTRA STORIA!
Spesso la tumultuosa corrente della storia si inabissa nelle oscure profondità delle ere, lasciando dietro di sé solo pozze stagnanti , frantumati ricordi di un passato fugace . Ma quando tutto sembra perduto , questo fiume impetuoso che scorre nelle viscere dei tempi riaffiora , ridonando vita alla terra esausta , riarsa . La nostra cultura , la nostra storia di Popolo è scorsa , in secoli di terribili dominazioni , nella buia voragine dell’oblio , della cancellazione forzata , della rimozione violenta . La casata dei Savoia , indubbiamente , diresse la sua politica di governo in questa direzione , costringendo il fiume vitale all’esistenza sotterranea . Avendo preso possesso dell’Isola il 4 agosto 1720 con il re Vittorio Amedeo II , la monarchia sabauda , i suoi uomini di potere , ( tra i quali citiamo per ferocia il Marchese di Rivarolo , Viceré di Sardegna e Giovanni Battista Lorenzo Bogino , Ministro per gli Affari di Sardegna dal 1759 al 1773 ) misero in essere un governo poliziesco , oppressivo , discriminatorio nei confronti della Nazione Sarda. Questa più volte insorse contro l’occupante piemontese ( 1794 , 1795 , 1796 , 1800 , 1802 ) . Alle legittime rivendicazioni dei Sardi , sostanzialmente antifeudali ed indipendentiste , gli illuminati regnanti d’oltremare risposero con assedi e massacri ( Bono , 1796 ; Thiesi , 1800 ) , minacciando di passare a fil di spada , indiscriminatamente , tutti gli abitanti dei villaggi ribelli . I patrioti furono brutalmente torturati ( tortura della corda , detta anche “ pendolo “ o “ urlo “ ; fustigazione “ a doppia suola di piombo “ ; pinze infuocate utilizzate per strappare unghie , capezzoli , brandelli di carne ) , impiccati , decapitati . I loro corpi vennero bruciati e le ceneri sparse al vento . . . . . Non vogliamo recriminare sul passato né spingere ad un odio “ in differita “ . Vogliamo che il torrente riemerga e fecondi questa terra violentata nell’intimo .

AIUTACI CON LA TUA FIRMA , CON IL TUO SOSTEGNO A RIAPPROPRIARCI DELLA NOSTRA STORIA E A DARE SENSO ALL’OGGI : SCEGLI DI ESISTERE .

 
Proponiamo le seguenti sostituzioni :
– Corso Vittorio Emanuele II in Corso Padre Salvatore Pala . La Via Salvatore Pala è in realtà già esistente . Tuttavia la sua estensione coincide con una minuscola discesina sita nel Rione “ sa Serra ”. Crediamo che questo figlio di Scano meriti molto di più . Suggeriamo di denominare Vico sa Serra il precedente , magrissimo tributo all’illustre matematico compaesano .
– Piazza Regina Elena in Carrela de Funtana ( unica intitolazione )
– Via Carlo Alberto in Via Antonio Giuseppe Trogu
– Piazza Umberto in Carrela de Putu ( unica intitolazione )
– Largo Vittorio Emanuele II in Piazza Francesco Porcu
Padre Salvatore Pala : Scanese di nascita , visse alla fine del secolo XVI e nella prima metà del secolo XVII ( Scano di Montiferro 1578 – Cagliari 1632 ) . Compì i suoi studi in una Università della Penisola e raggiunse subito fama di esperto . Nel 1626 fu chiamato ad insegnare Matematica e Teologia presso l’Università di Cagliari. Amico del frate cagliaritano Francesco Ortolano , ebbe da lui la rivelazione per ritrovare a Cuglieri le spoglie di Sant’Imbenia , a Bosa quella dei S.S. Emilio e Priamo , a Scano quella dei S.S. Errio e Silvano . Archeologo ante  litteram , il gesuita scanese fu presente nell’antica Sulci quando l’Arcivescovo di Cagliari Mons.Francesco Desquivel trovò le reliquie di Sant’ Antioco ( 18 marzo 1615 ) e , per il suo personale prestigio , ebbe in regalo una vertebra del martire , che lui donò alla Parrocchia di Scano , ciò che determinò il sorgere del suo culto e della Chiesa Campestre in questo comune nel 1636 . Fondò a Scano , il 18 febbraio 1629 , la Confraternita del Rosario . Lasciò manoscritto un Tratado de alcunas sciencias matematicas diviso in quattro parti , composto per i suoi alunni . Il Siotto Pintor nella Storia Letteraria della Sardegna attribuisce al Pala anche un trattato di astronomia , una dichiarazione sopra i libri della Meteora di Aristotele e il trattato De Arte Mitendi sive Geometria Pratica .
Antonio Giuseppe Trogu : Scanese , visse nella prima metà del secolo XVIII . Fu vicario della Parrocchia di Scano . Nelle costituzioni sinodali del vescovado di Bosa disposte ed ordinate da Mons. Nicola Cany , frate domenicano di Iglesias e vescovo di Bosa dal 1727 al 1737 , nel Sinodo che celebrò il 10 gennaio 1729 , risulta tra gli esaminatori sinodali il Vicario di Scano Don Antonio Giuseppe Trogu . Erano anni di miseria e carestia per cui , mosso a compassione dei poveri che per sfamarsi dovevano ricorrere agli usurai e pagare interessi esorbitanti , fondò il Monte Granatico ( 1737 ) , costruì a sue spese l’apposito locale dotandolo , del suo , del grano necessario per il primo impianto . Spese tutta la sua vita a battersi per il bene della comunità scanese . Il Trogu ci ha lasciato un trattato manoscritto di teologia morale sul Gommentario dello scolopino Giacinto da San Bernardo , relativo alla terza parte dell’opera di San Tommaso d’Aquino intitolata In Tertia Divi Tomoe partem de Deo Domine , Sive de Inefabili Incarnationis Misteryo .
Francesco Porcu : Nato a Scano agli inizi del secolo XVIII , vestì le bianche lane del Carmelo nel Convento del Carmine di Oristano . Insigne organista , lasciò editi due volumi di musica sacra , di cui è copia nella Biblioteca Comunale di Oristano e nell’Archivio Parrocchiale di Scano ( si tratta di un antifonario in musica e di un Quaderno de sequencias y varias intonaciones nuevemente escritas por Francisco Porru de la Villa de Escano En el Combiento de Oristan en el ano 1762 vol. in fol.).

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«Cancelliamo i Savoia dalle nostre vie»
Via i nomi dei Savoia dalle vie del paese e nuova intitolazione a personaggi o nomi della storia locale. La proposta è del “Tzentru de Attividade di iRS (Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna)” che a Scano Montiferro ha promosso un’apposita raccolta di firme.
Con l’iniziativa si chiede che l’attuale corso Vittorio Emanuela II sia intitolato a Padre Salvatore Pala (scanese, docente di matematica e teologia nell’università di Cagliari tra il 16° e il 17° secolo). Per la piazza Regina Elena si propone la nuova intitolazione di Carrela de funtana.
Via Carlo Albero, secondo la proposta, dovrà chiamarsi via Antonio Giuseppe Trogu (stimato vicario della parrocchia di Scano che visse nella prima metà del secolo 18°). Per piazza Umberto si chiede l’unica intitolazione di Carrela de Putu. E infine che il largo Vittorio Emanuele II si chiami piazza Francesco Porcu, insigne organista scanese che visse nel 18° secolo.
domenica 03 gennaio 2010

 http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=20100103&Categ=17&Voce=1&IdArticolo=2414422

«Ingiusto cancellare i Savoia dalle strade»
Contro la raccolta di firme avviata a Scano Montiferro per cancellare il nome dei Savoia dall’intitolazione delle vie, interviene il presidente della Federazione monarchica della Sardegna Antonello Fois. «Mi auguro che gli attuali amministratori e gli abitanti della cittadina vogliano rispettare quanto desiderato dai loro Avi che vollero le attuali denominazioni – scrive in una nota Fois – Si eviterebbero certamente significative e fastidiose ripercussioni di carattere burocratico per gli attuali residenti. A norma di legge, peraltro, le nuove targhe delle vie dovrebbero indicare anche le vecchie denominazioni “cancellate”. Le figure della regina Elena, dei re Vittorio Emanuele II°, Carlo Alberto e Umberto I° meritano ampiamente, come gli stessi antichi amministratori di Scano Montiferro riconobbero, l’attuale collocazione». Il presidente della federazione monarchica della Sardegna specifica anche che «Nulla impedirebbe comunque che delle nuove vie, piazze o giardini possano ricordare degnamente gli illustri scanesi Padre Salvatore Pala, il reverendo Antonio Giuseppe Trogu e l’organista Francesco Porcu». Nomi suggeriti dai promotori della raccolta di firme in sostituzione appunto dei Savoia.
lunedì 04 gennaio 2010

http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=20100104&Categ=12&Voce=1&IdArticolo=2414652

5 commenti

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5 risposte a “iRS-Iscànu e i Savoia

  1. pettei

    Bella Taniei
    andat beni meda, as fatu unu bellu traballu..
    abbisongiat a fai is complimentus a is piciòcus de Iscànu , sperendi ki sighint a andài innàntis e ki totus is’artas bidhas ‘dhu sos pighit dae esempiu..

  2. Tanino Curcu

    plauso per l’iniziativa, benissimo, non solo per le carneficine, non solo per i furti e i saccheggi, anche alla luce delle dichiarazioni sull’aspetto, il carattere e la puzza di capra dei sardi, parole dell’aspirante al trono vittorio emanuele nonmiricordochenumero, via i savoia da tutti i cartelli stradali della Sardegna, via le intitolazioni ai vari centri o istituti, inoltre si vieti con una legge regionale il soggiorno o lo sbarco per qualsiasi motivo in tutto il territorio Sardo.

  3. Pingback: terrasarda.cat

  4. Simo

    Non ci potzu crei ca esistit una Federazione monarchica in Sardigna.Custu Fois no est sadru!
    via i savoia!

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